Se crisi vuole dire opportunità e Pasqua significa resurrezione, mai nella mia vita hanno meglio rappresentato il momento del Paese. L’importante è capire come uscirne, consci che se siamo rinati dal disastro di due Guerre Mondiali, ci riprenderemo anche dalla pandemia che, accomunando tutti, non annovererà né vincitori nè vinti, evitandoci, Europa permettendo, di capitolare di fronte ad un piano di aiuti, che in realtà vuol dire asservimento. Forse, avremo la possibilità di ripensare il nostro modello di sviluppo, riportando in Italia le filiere produttive, riscoprendo l’etica del prezzo giusto ed abbandonando quella dello sfruttamento in nome dei costi più bassi. Forse capiremo l’importanza della prevenzione, che non è appariscente, ma riduce i rischi delle emergenze; l’investimento pubblico oggi, in tanti campi, permetterebbe di risparmiare domani anche vite umane. E’ necessario un bagno di umiltà collettivo, sapendo che l’unica certezza salvifica è la scienza, ma che le tecnologie devono essere utili e sostenibili per il Pianeta. E’ necessario tornare ad investire nella ricerca a servizio di tutti e non affidarla ad interessi di parte. Bisogna sburocratizzare il Paese e, se non abbiamo fatto finora l’Europa solidale che avremmo voluto, forse stiamo però creando gli europei.
Per insistere su questi obbiettivi servirebbe una classe politica lungimirante, ma anche un corpo elettorale meno istintivo. Due regali che, purtroppo, non si trovano nell’uovo di Pasqua.
Fabrizio Stelluto
Direttore Garantitaly