È appena trascorsa una Pasqua che è riuscita a risollevare l’umore degli imprenditori turistici della montagna che provati duramente da un Natale senza neve sono stati ripagati dalle sciate di una primavera più nevosa dell’inverno. Un evidente caso di contraffazione meteorologica.
Una Pasqua che come al solito è stata caratterizzata dagli inviti mediatici ad affidarsi per uova di cioccolata e colombe alle produzioni artigianali, quelle del pasticcere sotto casa che l’etichetta non te l’ha mai data, ma del quale ci si fida ‘a prescindere’.
Poi la mazzata, che oggi trovate in queste pagine: ma chi glielo dice al proprio figliolo/a che le M&M non gliele compri perché dentro hanno, dichiarato in etichetta, che contengono gli Ogm? Il bimbo/a, anche dopo la prima mezz’ora di spiegazione sull’uso della genetica alterante i caratteri degli alimenti di origine vegetale; anche dopo l’impegno profuso per spiegare che la doppia spirale del Dna animale viene intrecciata alle noccioline; anche dopo tutte le tue fatiche resterà convinto/a che è lo spirito innato di cattiveria genitoriale che gli impedisce di accedere alle tanto ambite pilloline colorate.
Se poi accogliete l’invito della dietologa di turno di sostituire la pastiglietta agli Ogm con unbiscottino al farro fatto in casa, attendetevi l’immediato intervento dei servizi sociali allertati dal vostro/a tutelato/a.
Quel che è certo è che difendersi dall’invadenza dei fertilizzanti chimici di qualche decennio fa, dai pericolosi quanto attraenti coloranti dalle sigle assolutamente astruse, ed oggi dalla diffusione degli organismi geneticamente modificati che nemmeno loro sanno dove realmente stiano, è per il consumatore una impresa titanica. Il rischio di una resa incondizionata, scemato il clamore mediatico, è incombente.