L’aneddoto l’ha pubblicamente raccontato Assessore regionale Franco Manzato: «stamani alle 8, ho ricevuto una mail che mi informava di un mio maggiore guadagno di 150 mila euro, rivolgersi a… ecc. ecc.. Tutti noi siamo bersaglio quotidiano di queste e altre trappole, parte di una trama criminale senza frontiere». Un modo come un altro per dimostrare che gli orizzonti della truffa, con la globalizzazione, non hanno più confini.
E questi sono i casi prossimi alla illegalità. Ma è difficile difendersi anche dalla legalità: è di questi giorni l’annuncio dato, non senza enfasi, dal Garante nazionale della Privacy che ha emanato un provvedimento secondo il quale Google Italia non potrà più usarne i dati a fini di ‘profilazione’ senza il consenso e dovrà dichiarare esplicitamente di svolgere questa attività a fini commerciali. Detto che la ‘profilazione’ è quella pratica per la quale tutte le nostre navigazioni internet vengono classificate per capire quali sono i nostri interessi e quindi quali possono essere le più efficaci pubblicità e quelle alle quali siamo maggiormente sensibili, il colosso di Mountain View fa sapere attraverso un portavoce: «Abbiamo collaborato costantemente con il Garante nel corso di questa vicenda per spiegare le nostre privacy policy e come ci consentono di creare servizi più semplici ed efficaci e continueremo a collaborare in futuro. Analizzeremo il provvedimento del Garante attentamente per definire i prossimi passi». Come a dire: l’Italia può essere anche il primo Paese che assume un provvedimento del genere. Ma a decidere comunque saremo noi!
Un po’ come il gigante delle vendite su Internet eBay che per otto anni ha tirato in lungo una lite con il gruppo di moda e lusso francese Lvmh, titolare tra l’altro del marchio Louis Vuitton. Ora l’accordo di cooperazione al fine di proteggere i diritti di proprietà intellettuale e combattere il commercio di prodotti contraffatti online. E spiega eBay che così potrà garantire “protezione della distribuzione selezionata”: insomma a guadagnarci sarà ancora il colosso dell’e-commerce. E pensare che qualcuno ancora dice che internet è democratico!
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