Nella ‘settimana’ che il Ministero dello sviluppo economico ha vovuto dedicare alla lotta alla contraffazione, non potevamo che occuparci di quello che sta diventando il canale per antonomasia della contraffazione, quel commercio online che sta espandendosi rapidamente e che è fortemente inquinato da prodotti falsi. Un fenomeno che è di estrema difficoltà contrastare e per molti motivi, non tutti legati solo alla natura della rete.
Cominciamo col dire che al mondo della criminalità organizzata internet consente una dose di anonimato molto vasta: basti ricordare che non esistono controlli per garantire che gli operatori di un sito web utilizzino il proprio vero nome, l’indirizzo o il numero di telefono. Oltretutto, è facile registrarsi in più siti, magari in diverse parti del mondo, così che se la polizia blocca un indirizzo, i dati relativi all’attività illegale non restano intrappolati, ma sono disponibili in copia da qualche altra parte della rete.
Certo, i grandi marchi vittime di contraffazione potrebbero, alcuni già lo fanno in realtà, essere i primi ad indagare sulla possibilità che internet offra prodotti contraffatti, ma alla base di tutti gli strumenti che possono contrastare il diffondersi della contraffazione online, non possono che esserci i consumatori stessi che i falsi continuano a comprarli. Si giustificano questi acquirenti parlando del prezzo vantaggioso, ma dovrebbero anche pensare che i loro soldi finiscono per alimentare un business gestito dalla criminalità organizzata. Forse con un po’ di consapevolezza in più, ci sarebbe un bel po’ di contraffazione in meno!