Eataly conquista un posto d’onore nel nuovo centro commerciale Kievskij,di fronte all’omonima stazione ferroviaria ad appena tre fermate di metropolitana dalla Piazza Rossa: 7.500 metri quadri al terzo piano del complesso Kievskij per un record di 954 coperti. La filosofia resta sempre la stessa: «Promuoviamo il Made in Italy, ma anche il chilometro zero, con un occhio al mercato locale» sottolinea Simone Tosato, responsabile del franchising di Eataly.
E l’embargo russo sulle importazioni di prodotti agroalimentari dall’Europa deciso tre anni fa, vi chiederete voi? È qui che arrivano le perplessità relative alla promozione del Made in Italy. Il ritardo con cui arriva l’inaugurazione non è legato all’embargo, ma alla lenta costruzione del centro commerciale Kievskij, un benefico rallentamento perché, spiega ancora Tosato: «ci ha dato il tempo di pianificare alternative all’impossibilità di importare alcune delle eccellenze gastronomiche italiane. Allargheremo la produzione in loco: oltre a mozzarella, stracciatella e burrata, come già in altri negozi, produrremo caciotte e formaggi a breve stagionatura. Non vediamo problemi. Il latte russo è buono». Formaggi a più lunga stagionatura verranno invece importati da aziende di Paesi non sotto embargo, come la Svizzera.
Non vogliamo esprimere un giudizio sull’embargo, ma parlare di promozione del Made in Italy producendo la burrata a Mosca, con latte russo perché “è buono” o attraverso prodotti fittiziamente provenienti dalla Svizzera potrà essere vantaggioso dal punto di vista commerciale, ma non lo è di certo rispetto alla tutela del prodotto frutto della nostra terra. Cosa andremo a raccontare domani a chi fa il Parmesan o il vino con le polverine?