Rosa sì, ma non rosé! La notizia è che, per la prima volta in assoluto, una donna è al vertice del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Il consiglio di amministrazione ha infatti nominato alla presidenza Elvira Bortolomiol, vicepresidente della storica “Bortolomiol SpA” e che già è stata vicepresidente del Consorzio stesso. Onorata per l’elezione ‘rosa’, che oltretutto mette la parola fine alla lunga disputa in seno Docg, nella sua prima dichiarazione ha subito detto un chiaro ‘NO’ al Prosecco rosé: «Nel Consorzio del Prosecco superiore non è neppure un’ipotesi in discussione».
Eppure il ‘fenomeno’ Prosecco assume giorno dopo giorno dimensione sempre più vaste. Secondo una rolevazione Coldiretti Veneto, relativa al primo quadrimestre dell’anno, nel 2021 si registra un aumento record delle esportazioni, pari al +17%: 120 milioni di bottiglie spedite all’estero pari a circa il 30% delle bollicine esportate nel mondo, più del doppio del Cava (14%) e dello Champagne (11%). E in questa rincorsa, anche il rosé ha avuto una parte assai importante soprattutto perché ha colto appieno il gusto e la domanda dei Paesi anglosassoni. Che magari non sono proprio i massimi intenditori di vine, ma che hanno i portafogli più gonfi!
Ed allora esplode il quesito: conservare e ulteriormente qualificare la produzione tradizionale puntando ad una collocazione più alta dei prezzi sul mercato oppure rinfrescarne l’immagine del prodotto andando incontro alle richieste del pubblico e imboccare strade che allarghino il mercato? La collina non intende nemmeno partecipare alla discussione, più aperta è la doc di Asolo, la pianura sta galoppando in sella al rosé con risultati commerciali travolgenti soprattutto tra i giovani e le bevitrici ‘rosa’.
Ciò non toglie che anche il tradizionale colore paglierino non sappia innovarsi: Canevel Spumanti, cantina di Valdobbiadene del Gruppo Masi, e il marchio di moda Diesel hanno presentato un nuovo Prosecco Doc Biologico Extra Brut. L’uva è esclusivamente la tipica Glera proveniente da vigneti a conduzione biologica, mentre l’innovazione riguarda il processo a ciclo lungo svolto in modo naturale con un’unica fermentazione: la vinificazione e la spumantizzazione avvengono infatti in continuità, da mosto d’uva fermentato senza aggiunta di saccarosio. Un prodotto unico, di altissima qualità, nel rispetto dell’ambiente, quindi: proprio quello che può maggiormente trovare spazio nella fascia più alta del mercato. Anche perché il ‘vestito’ si fa certo notare, disegnato da Renzo Rosso: oro e verde brillante.