Scrivo questa nota senza sapere chi sia il presidente del consorzio prosecco doc. Lo faccio intenzionalmente perché quale sia l’equilibrio, nuovo o rinnovato, che la votazione ha sancito non è nei nostri interessi. Che il Presidente uscente Fulvio Brunetta, numero uno della Coldiretti provinciale, trovi o meno i voti per farsi riconfermare è certamente importante per il Consorzio Prosecco Doc. Ma almeno due elementi di riflessione sul tavolo restano e resteranno comunque.
Da un lato l’allargamento dell’area del prosecco a tutto il nordest, come voluto da Luca Zaia, ha cambiato molti equilibri, che non solo elettorali. Non a caso si è letto sulla stampa locale che una parte dei soci chiede “un produttore alla guida del consorzio”: una richiesta di ‘professionalizzazione’ di un consorzio che gioca la propria partita ormai sui mercati di tutto il mondo.
E qui il secondo (e in un qualche modo sorprendente) elemento: c’erano da vendere, sempre da indiscrezioni giornalistiche, 400 milioni di bottiglie e ne sono state vendute ‘solo’ 270 milioni. Che non è poco, ma che lasciano lo spazio per chi chiede nuove e specialistiche politiche commerciali per affrontare i mercati di tutto il mondo.
Come si coniugano queste due questioni con i tanti annunci di sorpasso sui competitori francesi: tutto ciò impone una concreta attenzione alla ‘base’ e ai vertici del consorzio, di ieri e di domani. Indipendentemente da vinti e vincitori.
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