Tre diverse notizie di questi giorni fanno riflettere.
Il sindaco fiorentino Renzi avvia la sua campagna per la candidatura a leader del centrosinistra andando alle sfilate di moda di Milano, lì dove un abito costa lo stipendio annuale di qualche lavoratore metalmeccanico. In passerella torna la consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, che tra una seduta d’aula e l’altra sfila in bikini. Ed in passerella si ripresenta anche Raffaella Fico, anche lei in due pezzi e poco altro, esibendo il suo dolce pancione (fonte quasi inesauribile per il gossip nazionale e britannico).
Può essere comprensibile la rincorsa alla notizia, al far parlare di sé a tutti i costi: quel che mi pare debba far riflettere è che questi mezzucci, che si fermano poco dopo la porta di casa nostra, fanno male alla moda ed al Made in Italy.
Il sistema moda deve guardare lontano, i dati statistici dicono che gli acquirenti tradizionali sono in frenata e che è necessario guardare ai nuovi mercati emergenti. Ed allora non ci sono scorciatoie: bisogna lavorare sulla qualità, sulla raffinatezza del prodotto, sull’inventiva dell’ideazione. Insomma su tutto quello che ha fatto grande il gusto italiano. Lasciarsi illudere da qualche titolo sulle pagine dei quotidiani nazionali rischia di provocare un danno all’intero comparto.
Mario Ongaro