Per una newsletter, che si occupa di innovazione e qualità di prodotto, credo sia arrivato il momento di porre una riflessione su qual è il limite, oltre il quale i due termini non collimano, ma anzi confliggono.
Non è solo una critica all’irrefrenabile corsa alla ricerca di sempre maggiori profitti, ma una riflessione su prassi quotidiane, che contribuiscono a fare di ogni giornata, un’esperienza irripetibile e degna di essere vissuta. Bere un caffè davanti ad un distributore non è uguale a berlo in un locale, dove il barista od altri avventori diventano co-protagonisti di un’interrelazione umana, foriera di piccole ritualità quotidiane, ma anche di possibili, imprevedibili sviluppi. Una cosa sono le code estenuanti, altra cosa sono i pochi minuti di attesa, aspettando il proprio turno; dobbiamo re-imparare a guardarci intorno per scoprire una congerie di nostri simili, che può arricchirci ben più della realtà virtuale.
Ancor più grave è se la progressiva disumanizzazione non solo ci priva di opportunità relazionali, ma diventa perdita di professionalità e/o posti di lavoro, trasferendoci ulteriori oneri senza alcun vero beneficio (le casse automatiche dei supermercati ne sono l’esempio più lampante: ci sostituiamo a cassiere/i, senza alcun vantaggio economico come invece alle pompe di benzina).
E’ vero che la tecnologia è neutra e dipende da come la si usa, ma tocca a noi accettarla o meno; il Natale è tale, se corredato di valori: regaliamo sorrisi e cortesia invece di un risponditore automatico.
Il Direttore Responsabile
Fabrizio Stelluto