Il Rapporto è promosso da Symbola ed Enel, ed è dedicato alle tecnologie sviluppate nel mondo delle rinnovabili

Dopo aver indagato l’innovazione made in Italy nelle filiere dell’e-mobility e dell’automazione, dell’economia circolare e delle life sciences, il rapporto esplora, attraverso il racconto di cento storie di innovazione, un sistema articolato di soggetti imprendito­riali, pubblici e del terzo settore, attivi nelle diverse parti della filiera: dalla manifattura (produzione di Prodotti e componenti e di Macchinari) alla Ri­cerca e Sviluppo, dalle attività di Progettazione e permitting a quelle legate all’Installazione e manutenzione, dallo sviluppo di Software e hardware al Fine vita, fino ad arrivare alla Promozione.

“Il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol, nel 2023, ha dichiarato che l’85% della nuova potenza elettrica installata era da energie rinnovabili. La transizione verde aiuta un futuro più a misura d’uomo. Puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza fa crescere l’Italia la rende più libera, dà forza alla nostra economia e aumenta i posti di lavoro. Come è scritto nel rapporto – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – sono 37.655 imprese che dichiarano attività legate alla filiera delle rinnovabili, circa il 13% in più rispetto all’anno precedente. Guardando ai territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto. C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile: il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C’è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone. Possiamo farlo dentro la missione che si è data l’Europa con il Next Generation EU, per rispondere alle crisi tenendo insieme coesione, transizione verde, digitale. Dobbiamo farlo rafforzando nel mondo un percorso di cooperazione e di pace oggi indebolito. Per costruire insieme, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, un mondo più sicuro, civile, gentile come è scritto nel Manifesto di Assisi promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento di Assisi”.

“Le 100 storie italiane di energia rinnovabile” raccontano un’Italia di eccellenze che con idee, tecnologie avanzate e una filiera diffusa su tutto il territorio consentono al paese di essere tra i protagonisti della transizione energetica del continente” ha dichiarato Nicola Lanzetta, Direttore Italia di Enel “Siamo nel pieno di un percorso ancora lungo nel quale bisogna fare squadra, puntando con decisione sulle rinnovabili, per raggiungere gli sfidanti obiettivi climatici dell’agenda 2030. Occorre quindi continuare a investire su tecnologie e innovazione, sui sistemi di accumulo che garantiscono una gestione corretta dell’energia prodotta e sulla modernizzazione, resilienza e digitalizzazione delle reti che rappresentano l’architrave del sistema elettrico e della transizione energetica del Paese”.

L’Italia può essere in prima fila

L’Italia è il secondo Paese produttore europeo, dopo la Germania, di tecnologie per le rinnovabili, con la sola eccezione dell’eolico, dove metà della produzione è danese. A tal proposito, nel 2023 Vestas, azienda danese leader nel mercato dell’energia eolica, ha avviato proprio in Italia e, più nello specifico nello stabilimento di Taranto (dove impiega oltre 1300 addetti), la produzione della pala più grande al mondo: la V236-15.0 MWTM. Parte delle tecnologie e componentistica prodotta nei confini nazionali è destinata all’export: con il 3% dell’export mondiale, il nostro Paese è il sesto Paese esportatore di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile (dopo Cina, Germania, USA, Giappone e Hong Kong).

In Italia la filiera delle rinnovabili conta 37.655 imprese. Di queste il 39,2% si occupa di attività di installazione e manutenzione, il 13,8% di produzione di energia, il 12,3% di commercio, l’9,6% di manifattura, il 6,4% di affitto e gestione immobiliare e il 6,1% di attività di consulenza, collaudo e monitoraggio. Guardando ai territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Campania.

All’interno di questa filiera, si distinguono quasi 800 imprese focalizzate nello sviluppo di tecnologie di punta: parliamo di un asset strategico per l’Italia, considerato che generano un fatturato di 12 miliardi di euro e occupano 37.000 addetti. Di queste, le aziende che operano prevalentemente o esclusivamente nella filiera (circa la metà del totale) sono in crescita sia in termini di valore della produzione che di sviluppo di nuove tecnologie: a fronte di un valore della produzione cresciuto del 14,3% tra il 2015 e il 2019 (contro il +7,8% registrato dai fornitori di energia e gas), i brevetti iscritti a bilancio sono saliti dell’176,6%. Dato particolarmente significativo, in un contesto che vede l’Italia sempre meno tra i leader nei brevetti su tecnologie del settore energetico.

Produzione macchinari

Riguardo la Produzione di macchinari, le aziende made in Italy più competitive hanno saputo rispondere alle richieste del mercato offrendo ai propri clienti soluzioni automatizzate per migliorare qualità ed efficienza produttiva, riducendo contemporaneamente i costi.

La filiera potrà ulteriormente trovare slancio grazie alla futura industrializzazione delle soluzioni in via di sviluppo da parte dei diversi centri di ricerca autonomi o interni alle aziende. Dai progetti volti a migliorare le soluzioni di stoccaggio migliorandone le capacità e la durata di accumulo dell’energia, riduzione degli ingombri o al miglioramento della sostenibilità riducendo l’impiego di metalli pesanti. Ma anche progetti di ricerca destinati a rendere più efficiente la produzione elettrica da fonte rinnovabile (come quelli volti allo sviluppo del fotovoltaico a concentrazione), ad automatizzare alcune attività manutentive degli impianti con il conseguente drastico abbassamento dei costi (vedi la pulizia dei pannelli fotovoltaici) e ad aumentare le capacità di sfruttamento di risorse naturali ad oggi ancora sottoutilizzate come, ad esempio, le onde marine.

La componente manifatturiera della filiera, che si tratti di produzione di prodotti e componenti o di macchinari, si caratterizza per la sartorialità delle soluzioni offerte dalle imprese italiane, in virtù della capacità made in Italy di promuovere soluzioni adatte alle diverse situazioni e alle esigenze della committenza.

Rinnovamento infrastrutture energetiche

Altro fattore determinante per la crescita della filiera delle rinnovabili nel nostro Paese che emerge dal report è il processo di rinnovamento in corso delle infrastrutture energetiche. Lo scenario degli ultimi anni sta cambiando radicalmente: basti pensare che nel primo semestre del 2023 in Italia è triplicato il numero di impianti rinnovabili connessi alla rete di distribuzione nazionale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (superando addirittura il numero di allacci complessivi del 2022). Il percorso verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità ambientale del Paese vede una crescita sensibile del numero di prosumer a bassa tensione, ossia aziende o privati cittadini che, oltre che consumatori, sono diventati produttori di energia (grazie a pannelli fotovoltaici, dispositivi micro-eolici, batterie delle auto green che possono ricevere ma anche rilasciare la carica, etc.). Questo nuovo scenario richiede un rinnovamento della rete elettrica in ottica di smart-grid, per integrare in modo intelligente e flessibile le azioni di tutti gli utenti e prosumer. Questo comporta un rinnovamento della rete da molteplici punti di vista: cruciale a questo scopo non è solo l’aumento del numero delle cabine primarie, ma anche l’incremento della capacità di accogliere nuovi bisogni attraverso la digitalizzazione delle reti, l’installazione dei contatori elettronici di seconda generazione (smart meter), lo sviluppo di software in grado di fornire previsioni accurate sui consumi energetici e sulla produzione da fonti rinnovabili e via dicendo.

Raccolta e riciclo dei moduli fotovoltaici

L’Italia è in prima linea anche sul tema Fine vita: basti pensare alla capacità di anticipazione della direttiva europea sui rifiuti elettronici grazie all’azione di uno dei suoi maggiori consorzi attivi in questo ambito, che ha saputo strutturare la prima filiera italiana per la raccolta e il riciclo dei moduli fotovoltaici giunti a fine vita. Oppure all’impegno di numerosi soggetti imprenditoriali e centri di ricerca, per allungare la vita dei prodotti e componenti o per sperimentare soluzioni innovative che ne migliorino la circolarità.

La fotografia che emerge dal report restituisce un’idea sui punti di forza del nostro Paese in tema di transizione verde. Un tessuto di organizzazioni distribuite sul territorio in tutti i segmenti della filiera, in cui si moltiplicano soluzioni e tecnologie sia relative alla generazione elettrica che alle infrastrutture. Una filiera che dovrà rispondere alla crescente domanda di energia da fonti rinnovabili trainata dalle politiche, come nel caso delle comunità energetiche, ma soprattutto dalle imprese.

20 novembre 2024