Bene i contatori intelligenti ma l’Italia deve far di più per sfruttare le sue fonti
rinnovabili

La tecnologia dei contatori intelligenti, detti anche Smart Meter, che consentono di monitorare le singole utenze o interi edifici ed efficientano il consumo di energia portando benefici sia per gli utenti sia agli operatori, può concretamente contribuire a contenerne i consumi e per questo si sta sempre più diffondendo nel nostro Paese. Ora arriva una buona notizia: secondo i dati diffusi da “Arte”, l’Associazione di Reseller e Trader dell’Energia, l’Italia oggi occupa la posizione di testa tra i Paesi del vecchio continente che hanno intrapreso il piano di sostituzione dei contatori con quelli di ultima generazione, avendo iniziato questa transizione già nei primi anni del 2000.
Si tratta di un passo avanti verso una sostenibilità energetica concreta e misurabile che si basa sul livello di innovazione tecnologica conseguita dalle aziende italiane che operano nel campo e che anche in questo modo contribuiscono a salvaguardare l’Ambiente e a contenere i consumi, a beneficio di tutti.
Tant’è che l’Iea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, ‘promuove’ l’Italia dichiarando che “è sulla strada giusta per raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni e di efficienza energetica per il 2030”. Non manca una postilla: bisogna “ridurre ulteriormente la burocrazia per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili” per raggiungere gli “ambiziosi obiettivi climatici dell’UE e ridurre la dipendenza dalle forniture energetiche russe”.
L’Agenzia spiega come “nonostante le ampie risorse naturali adatte alle energie rinnovabili” – come solare o eolico – “e una base industriale in grado di potare all’eliminazione graduale dei combustibili fossili, la diffusione in Italia di tecnologie per l’energia pulita è rimasta relativamente lenta nell’ultimo decennio”. “La produzione di elettricità da fonti rinnovabili è più che raddoppiata tra il 2005 e il 2020, ma la maggior parte di questa crescita è avvenuta in un quinquennio (2010-2014), sostenuta da generosi incentivi per il solare fotovoltaico. Da allora, le lunghe procedure di autorizzazione, gli alti costi amministrativi, la disponibilità di terreni e l’opposizione locale hanno ostacolato le nuove installazioni” spiega Iea.


3 maggio 2023