Gelsaia ottenuto dal Raboso Piave e Dorona dall’uva omonima: due perle dell’enologia da vitigni rigorosamente autoctoni del Veneto, protagoniste al Vinitaly nella sezione “Unusual Italian varieties tasting”, promosso per presentare la guida “Wine Grape”, una vera e propria enciclopedia dei vitigni di tutto il mondo, curata e presentata dal botanico José Vouillamoz, genetista di livello internazionale specializzato in studi sul Dna dell’uva, che ha realizzato l’opera le Master of Wine Jancis Robinson e Julia Harding.
Wine Grape testimonia che l’Italia è la culla del maggior numero di vitigni al mondo (377, ma se ne sono aggiunti altri due su segnalazione di produttori locali) dei quali 25 sono caratteristici del Veneto, che in più ha un patrimonio di oltre altri venti vitigni ottenuti da sperimentazioni e incroci. Seguono la Francia con 204, la Spagna con 84 e a seguire gli altri Paesi. Il Gelsaia, un Malanotte DOCG, è ricavato da Raboso di Tezze di Piave, mentre la Dorona è una antica uva veneziana recuperata fortunosamente nell’Isola di Mazzorbo. Tra le curiosità emerse dall’assaggio – presentazione vi è anche la storia della parola che designa il vino nelle lingue indoeuropee e che è antecedente alla frammentazione di queste ultime.
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