Vegano, a basso contenuto di alcol, senza solfiti, sostenibile: fino a ieri erno considerate nicchie produttive tra lo snob e l’eccentrico. Sempre più invece stanno diventando trend per il futuro del vino: “The Global Wine SOLA Report 2018” di Wine Intelligence ha analizzato le possibili dinamiche di undici mercati diversi, assegnando ad ogni Paese ed ad ogni tipologia di prodotto un punteggio in base alle potenzialità emerse dal report. L’analisi ha preso in considerazione: Australia, Canada, Finlandia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Portogallo, Svezia, Uk ed Usa.
Emerge così una netta propensione del mercato dei consumi di vino per le produzioni organiche, in maniera particolare in Svezia, Finlandia e Germania. Opportunità importanti si offrono anche per i vini sostenibili, nonostante una comunicazione ed una definizione tutt’altro che univoca, specie in Finlandia, Germania e Portogallo.
Ogni Paese sembra avere la sua ‘preferenza’ etica, ma non sfondano i vini ‘senza’
Anche il vino equo e solidale, principalmente in Svezia, Finlandia e Gran Bretagna, ha di fronte un futuro florido, così come il vino prodotto nel rispetto dell’ambiente, pur non esistendo una certificazione ad hoc. A differenza di altre categorie del food, invece, il “senza”, non pare avere ancora la capacità di sfondare, se non in Irlanda e Giappone.
Forse sotto le aspettative le possibili performance dei vini biodinamici, che spesso dividono consumatori e trader, e che tendenzialmente riscuotono maggiori fortune in Paesi come Francia ed Italia, fuori dall’analisi di Wine Intelligence, dove invece spicca l’interesse (con indici di poco superiori ai 30 punti) di Finlandia, Irlanda, Svezia ed Usa. Proprio come gli orange wine (apprezzati in Irlanda ed Usa), i vini vegani (che potrebbero a ragione puntare sugli Usa) ed i vini senza alcol (capaci di svegliare l’interesse della Svezia), con “index opportunity” generalmente irrisori.