“Anteprima Amarone” ha decretato che l’annata 2015 merita di essere definita come quella dei record per qualità e quantità: contraddistinta da un importante anticipo vegetativo, l’annata ha generato vini di grande espressività e di bella carica aromatica. Complice il cambiamento climatico c’è da segnalare il cambio degli uvaggi con percentuali maggiori di Corvina per vini con caratteri più speziati e vegetali.
La manifestazione organizzata dal Consorzio di tutela della Valpolicella ha proposto giornate di degustazione indirizzate al pubblico di appassionati e agli operatori del settore che hanno offerto l’opportunità di scoprire l’ultima annata prodotta dalle 65 aziende presenti ed appena introdotta nel commercio. Statistiche alla mano quello dell’Amarone è un trend positivo, anche e soprattutto nel mercato italiano grazie alla crescita dell’enoturismo e il +4% di vendite dato dall’aumento della domanda interna di wine bar, enoteche e vendite dirette proprio in cantina. Le presenze registrate nel triennio 2015-2017 infatti son cresciute ben del +21%.
Cresce il valore del vino, ma cresce anche di più la stima delle aree produttive in Valpolicella
Se Cina e Giappone continuano a crescere, seppur la quota di mercato sia di appena del 5%, l’Amarone vola nel Regno Unito con un +15% a valore. Buoni i risultati anche per gli Usa, secondo mercato estero con + 3%, mentre si segnala un leggero calo della Svizzera (-5%), Canada (-4%) e Svezia (-6%).
I numeri della Valpolicella invece parlano di 2.302 i viticoltori, 1.736 i produttori soci del Consorzio tutela vini Valpolicella, 8.187 gli ettari di vigneto e quasi 14 milioni le bottiglie di Amarone prodotte nel 2015. Circa 600 milioni di euro il giro d’affari stimato per la Doc Valpolicella, oltre la metà per le vendite di Amarone 65% la quota export in valore dell’Amarone, oltre 500 mila euro a ettaro il valore fondiario nelle aree pregiate.