Le “Città del vino” sono state ricevute in Senato dalla Commissione Agricoltura, per un’audizione sul disegno di legge 2616 che interviene sul settore dell’enoturismo con proposte di rilancio delle strade del vino la cui legge istitutiva, la 268/1999, appare datata.
Nel disegno di Legge 2616 si mette in evidenza l’importanza dell’accoglienza sottolineando che le aziende vitivinicole non sono ancora ben organizzate per la ricezione enoturistica sia sul piano dei servizi sia per i termini informativi. Il testo individua quindi due direzioni di marcia da imboccare sul fronte pubblico e su quello privato.
L’intesa tra pubblico e privato per valorizzare il territorio
Da una parte va sviluppato un maggior dialogo tra Comuni e operatori del settore enoturistico con indagini di ‘customer satisfaction’ e altri strumenti di raccolta di richieste, segnalazioni e suggerimenti; dall’altra serve più cultura d’impresa nella progettazione, organizzazione ed erogazione dell’offerta enoturistica con corsi di formazione per gli imprenditori, i manager e gli addetti.
Si potrebbero prevedere vantaggi di carattere fiscale per quelle imprese vitivinicole che, investendo con proprie risorse nella cura del territorio, di fatto contribuiscono alla conservazione del paesaggio e quindi al miglioramento della qualità dell’accoglienza enoturistica.
Usare tutti gli strumenti propri del settore turistico
Strategica è soprattutto la formazione per accrescere la qualità dell’accoglienza enoturistica: non basta fare buon vino, ma occorre saper accogliere i turisti, offrire servizi sempre più aggiornati ed efficienti, costruire una rete di relazioni tra i diversi soggetti pubblici e privati dei territori perché la qualità dell’offerta sia basata su idee e progetti condivisi.