In un momento di estrema difficoltà del settore agricolo e vitivinicolo legato ad un giugno particolarmente torrido e alla prolungata siccità, i viticoltori italiani si sono riuniti a Montepulciano, in provincia di Siena, per l’annuale Forum della Cia-agricoltori italiani. Ne è uscita una forte sollecitazione a valorizzare il ‘Vigneto Italia’ e un comparto capace di generare 5,6 miliardi di euro di vendite all’estero e circa 50 milioni di ettolitri di vino nell’ultima vendemmia.
I viticoltori Cia auspicano “azioni compatibili con le specificità regionali”: sottolineano che “il buon impianto dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm), che prevede per il settore vino un Piano costruito su misure nazionali, dovrebbe tuttavia concretizzarsi su base regionale. Manca la declinazione di come le misure incideranno sulle varie realtà vitivinicole italiane, tanto diverse tra loro”.
Il sistema pubblico-privato Sin-Agea svilisce il ruolo dei produttori vitivinicoli
Entrando nel vivo della gestione dell’impresa vitivinicola, il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, ha evidenziato come «la dematerializzazione dei registri di cantina sia stata una innovazione opportuna, ma introdotta in un in sistema Sin-Agea che svilisce il ruolo degli operatori del settore». La società SIN, istituita con il compito di gestire e sviluppare il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, è partecipata al 51% dall’ AGEA, Agenzia per le Erogazioni in agricoltura, e al 49% dai soci privati Agriconsulting S.p.A., Agrifuturo , Almaviva S.p.A., Green Aus S.p.A., Cooprogetti, IBM Italia S.p.A., Telespazio S.p.A.
La Cia chiede, ha aggiunto Scanavino, «una revisione del funzionamento delle regole sulle accise, che vanno adeguate alle esigenze degli operatori del settore e una Ricerca per il vino non solo privata, per evitare una involuzione, su argomenti cruciali come la transgenesi, i vitigni resistenti, le tecniche di vinificazione».