Ogni anno le nostre vigne consumano 10 chili di plastica per ettaro: colpa di quel “tubetto agricolo’’, quel legaccio verde in pvc che si usa per fissare le viti alle strutture di sostegno. Ora una giovane azienda vitivinicola toscana, aderente alla Cia, Confederazione italiana agricoltori, ha deciso di imboccare una via più ecologica. Nell’azienda Tunia, 15 ettari di vigneto nelle colline della Val di Chiana, i legacci verdi sono stati sostituiti da un cordino di cellulosa, completamente biodegradabile.
Chiara Innocenti, responsabile commerciale dell’azienda e presidente dei giovani imprenditori della Cia Toscana, racconta come l’azienda ha eliminato 150 kg di plastica utilizzando invece un cordino fatto di fibre di cellulosa che, una volta rimosso dalle piante, può tranquillamente essere lasciato sul terreno perché si degrada come qualsiasi altro materiale vegetale. «Esteticamente è anche molto più gradevole» aggiunge Chiara: una laurea in economia, un curriculum brillante, un contratto in banca a Milano. Poi un giorno sceglie di mollare tutto e si licenzia. Cambia strada e ricomincia da capo. Nel 2008, insieme a Francesca e Andrea, ristruttura un podere di 25 ettari ai piedi del castello di Dorna, nel cuore della Val di Chiana, e oggi produce quattro tipi di vino, un vin santo e l’olio.
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