Fanno registrare un balzo del +75% le notizie di reato per frodi nel settore vitivinicolo nel 2018: non si tratta solo della ‘tradizionale’ falsificazione delle etichette, ma si sono diffusi anche episodi di illegale zuccheraggio del vino, di annacquamento o di aggiunta irregolare di aromi.
La denuncia viene da Coldiretti che porta sotto i riflettori con preoccupazione anche la commercializzazione di vini in polvere “Wine Kit” on line con l’utilizzo di prestigiosi marchi italiani: “le frodi e la vinopirateria – sottolinea la Coldiretti – sono la principale minaccia al successo del settore del vino dove sono state smascherate dall’Ispettorato ben 194 notizie di reato nel 2018 con il sequestro di ben 15 milioni di chili di prodotto per un valore di 16,3 milioni di euro”.
Dai produttori la richiesta di aggiornare una legislazione in materia che è ferma al secolo scorso
Alle frodi a livello nazionale si aggiungono gli inganni a danno del vino Made in Italy provocati dalla vinopirateria nei diversi continenti: sono stati scoperti clamorosi falsi, dal Bordolino bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore, ma prodotto in Argentina al Chianti Made in Usa fino al Barbera bianco acquistato in Romania.
Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia che, secondo quanto sollecita Coldiretti, vanno sostenuti con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del secolo scorso e che non sono adeguate al valore economico che il fenomeno ha oggi. Coldiretti conclude quindi confermando la disponibilità del proprio Osservatorio Agromafie, che vanta anche la collaborazione di Giancarlo Caselli, ad offrire la propria esperienza ai ministeri competenti per la formulazione di una nuova disciplina in materia.