È in pieno svolgimento in diverse città del Giappone la campagna “Seimila anni di vino italiano”: il valore delle esportazioni di vino italiano nel Paese del Sol Levante è cresciuto del +14,2% nel primo semestre del 2018, ad un ritmo più sostenuto della concorrenza, così che l’Italia ha raggiunto il Cile al secondo posto tra i paesi esportatori in Giappone, con il 16,1% della quota di mercato, avvicinandosi alla Francia c he resta nettamente in vetta con oltre il 40%.
«Stiamo crescendo sempre di più – ha detto l’Ambasciatore italiano Giorgio Starace – e intendiamo prendere una grossa fetta di questo mercato perché la qualità dei vini italiani non è seconda a nessuno». L’Italia, spiega il diplomatico, è pronta a fare la sua parte in vista dell’apertura totale del mercato nipponico a seguito dell’entrata in vigore dell‘accordo di libero scambio, quando le bottiglie di vino saranno tra i primi prodotti ad avere un azzeramento delle tariffe.
I programmi di promozione hanno l’orizzonte del 2020, quando ci saranno le Olimpiadi a Tokyo
«Quello italiano in Giappone – spiega Aristide Martellini, direttore dell’Ufficio promozione scambi dell’Ambasciata d’Italia – è ancora considerato un vino da intenditori e per una cucina di un certo livello. Purtroppo non è ancora diffuso a livello popolare».
È da sottolineare peraltro, che la campagna promozionale registra un interesse in costante aumento con l’organizzazione di 68 nuovi eventi ufficiali registrati su tutto l’arcipelago quest’anno, e le aspettative di un ulteriore sviluppo in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020. «È un programma ambizioso che ci vede agire su tutto il territorio – sottolinea l’Ambasciatore Starace – sfruttando la tradizione antica della produzione di vino italiano, il passato, la ricchezza dei nostri vitigni: quello che i nostri competitor non possono esibire. Siamo molto ambiziosi e intenzionati a batterci duramente con la concorrenza. Ci faremo valere a testa bassa».