I produttori italiani, grazie anche a iniziative come quella di Vinitaly, devono parlare con una sola voce per affrontare al meglio il mercato cinese. E’ questa la richiesta arrivata a Vinitaly che a Shanghai ha riunito per la prima volta, i big della distribuzione del vino delle metropoli di Pechino, Shanghai, Shenzhen e Guangzhou per fare il punto sulla situazione del vino italiano nel Paese del Dragone.
«Gli importatori locali – spiega Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International – sono coinvolti nel progetto del Fuorisalone di Chengdu 2014 perché il loro pensiero e il loro piano strategico deve essere allineato con i produttori. Loro sono i protagonisti locali. Per realizzare uno showcase e non una semplice fiera, occorre che loro siano partecipi nelle attività di co-branding e di co-marketing».
Oltre al tradizionale spazio espositivo, a Chengdu, che ospita una delle più importanti fiere del settore in Cina, verrà lanciata Vinitaly International Academy, in collaborazione con le più influenti associazioni di sommelier e wine educator della Cina. Un progetto accolto con estremo favore dagli importatori cinesi per i quali il mercato cinese sta maturando e si creano nuovi segmenti d’acquisto, registrando una sempre maggiore richiesta da parte dei consumatori cinesi di vino di fascia media. Proprio questa è la fascia nella quale i vini italiani si posizionano meglio.
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