Mentre crescono le esportazioni, i produttori sono in ansia per gli aumenti dei costi in cantina
Elaborando i dati Istat, Coldiretti Piemonte lancia l’allarme: accanto a un aumento del 12% dell’export del vino Made in Italy, si segnala anche una preoccupante crescita dei costi per le bottiglie, i tappi, le etichette e gli imballaggi.
Per la prima volta il valore delle esportazioni di bottiglie italiane potrebbe sfiorare gli 8 miliardi di euro nel 2022, secondo le proiezioni di Coldiretti, trainate anche dalla crescita negli Stati Uniti. Sul continente europeo, il vino Made in Italy trova nella Germania il suo maggior consumatore, ma cresce anche in casa dei nostri primi concorrenti visto che la Francia registra un forte incremento degli acquisti di bottiglie italiane (+37%) e nel Regno Unito, nonostante la Brexit, i consumi sono balzati del +31% nel primo quadrimestre.
Ma, come evidenzia Marco Reggio delegato piemontese per il settore vitivinicolo: «In cantina aumentano i costi di un +35% in media a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra in Ucraina. Una bottiglia di vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali».
«Il vino piemontese – sottolineano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato Confederale – è particolarmente apprezzato dagli americani che ne assorbono il 35% della produzione e le esportazioni hanno raggiunto i 200 milioni di euro, dai britannici tanto che il 20% vola oltre Manica, in particolare le bollicine, ma anche dai mercati asiatici con un +75% in Cina e +15% in Giappone.
Per difendere il nostro patrimonio vitivinicolo è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro».