La classifica stilata dalla più prestigiosa rivista americana ha premiato la produzione toscana .
Wine Spectator, fondata nel 1976, è una rivista americana che si concentra sul vino e sulla cultura del vino e fornisce valutazioni che annualmente vengono organizzate nelle stesura di una classifica dei 100 migliori vini del mondo. Nell’edizione 2022 sono ben 20 le etichette italiane che hanno trovato spazio un questa prestigiosa pubblicazione.
Importante è il successo dei vini toscani: al secondo posto assoluto si colloca il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Fattoria dei Barbi se3guito al quinto posto dal Tignanello 2019 di Antinori e all’ottavo dal Saffredi 2019 di Fattoria Le Pupille. A coronale l’eccellenza toscana sono entrate in classifica altre cinque etichette toscane: Grattamacco Bolgheri Superiore 2019 (12esimo), Capraia Chianti Classico Riserva 2018 (22esimo), San Felice Chianti Classico 2020 (24esimo), Boscarelli Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2016 (31esimo) e Col d’Orcia Brunello di Montalcino 2017 (55esimo).
Cinque i vini piemontesi, a partire da Produttori del Barbaresco Barbaresco Muncagota Riserva 2017 (40esimo), Damilano Barbera d’Asti 2020 (61esimo), Pecchenino Nebbiolo Langhe Botti 2021 (73esimo), Fontanafredda Barolo Serralunga d’Alba 2018 (78esimo) e Elvio Cogno Barolo Ravera Vigna Elena Riserva 2016 (96esimo, ultimo italiano in classifica).
Dalle altre regioni delle penisola si segnalano il friulano Livio Felluga Pinot Grigio Collio 2020 (44esimo), il D’Angelo Aglianico del Vulture 2019 dalla Basilicata (49esimo), il veneto Suavia Garganega Soave Classico 2020 (58esimo), il pugliese Masseria Li Veli Susumaniello Salento Askos 2020 (63esimo) e il siciliano Zisola Noto 2020 (76esimo), e due vini campani: il San Salvatore Falanghina Campania 2021 (80esimo) e il Mastroberardino Taurasi Radici 2017 (84esimo).
Wine Spectator è una delle poche riviste in grado di determinare un’importante influenza sui consumatori nei mercati di riferimento. Negli Usa è considerata un’autentica guida al lifestyle enologico per un mercato che da tempo rappresenta lo sbocco principale delle esportazioni di vino, a partire da quello italiano che con circa 2,3 miliardi di euro a valore registrati nel 2021 rappresenta quasi 1/3 delle importazioni statunitensi.
Quest’anno, grazie al dollaro forte, la domanda americana ha sinora sofferto meno di altri l’aumento dei costi a causa dell’inflazione: a tutto settembre, secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly, le importazioni di bollicine italiane sono ancora in terreno positivo (+6% in volume e +8% in valore) mentre è in calo la domanda dei vini fermi (-7,2% in volume e -1,3% in valore).