Cresce l’export mentre in Italia il consumo è sempre più fuori casa e con attenzione alla salute
A Bologna, la nona edizione del “Forum Wine Monitor” di Nomisma ha sancito il nuovo record dell’export 2022 del vino iotaliano, ma ha dovuto prendere atto della contrazione delle vendite in Italia attraverso il principale canale, quello della Grande distribuzione organizzata. I numeri sono chiari: l’export che ha toccato gli 8 miliardi di euro con un aumento del +12% sul 2021, mentre per quel che riguarda in consumo interno la Gdo lamenta una flessione del -6,4% a volume e -1,8% a valori.
In caduta anche le vendite online, rispetto per altro agli anni ‘drogati’ dalla pandemia, e dei vini biologici, che frenano la rincorsa degli anni precedenti. A salvare il comparto è però intervenuta la lunga estate del turismo che, riportando nel nostro Paese un gran numero di stranieri, ha fatto salire le vendite del canale horeca ai livelli precedenti la pandemia, nello specifico con un +46,6% sul 2021.
«È indubbio – ha spiegato il responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini – come sul trend dell’export e delle vendite nel canale Gdo in Italia abbiano pesato diversi fattori come l’inflazione, il cambio euro-dollaro e il rallentamento economico. Ma gli stessi andamenti sottendono anche uno spostamento nei consumi del periodo estivo e di inizio autunno verso il fuori-casa, trainati altresì dalla ripresa del turismo dopo gli anni più critici della pandemia»
Proiettandosi sulle aspettative per il 2023, domina l’incertezza. C’è la speranza che i prezzi del gas e del petrolio restino stabili e questo porterebbe ad una riduzione dell’inflazione e quindi a minori restrizioni nella politica monetaria europea che, unita agli investimenti attuati con le risorse del Pnrr, fornirebbero quello slancio necessario alla ripresa dei consumi, vino compreso.
Restano le preoccupazioni per i costi dei materiali di confezionamento, soprattutto del vetro, e per il comportamento dei consumatori che oggi hanno messo al centro la salute e il benessere, tanto è vero che ci sono dei forti trend salutistici anche nel mondo del vino, a cominciare da una riduzione del tasso alcolico.