La riunione di fine maggio del rinnovato cda del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, con cinque nuovi consiglieri, sarà chiamato ad eleggere il proprio presidente, carica alla quale si ricandida per la terza volta l’uscente Stefano Zanette. Una rielezione tutt’altro che scontata.
La svolta “green” degli ultimi mesi, con la messa al bando dal primo gennaio del 2019 del glifosate e di altri prodotti nocivi utilizzati di frequente dai produttori, non è stata infatti ben accolta da una parte dei produttori e per guadagnarsi il terzo mandato da presidente Zanette avrà bisogno dei voti dei due terzi del cda e di almeno un rappresentante per ogni categoria. «Guardando al futuro – ha ribadito il presidente uscente – resto fermamente convinto della centralità del tema sostenibilità, che lungi dal poter essere relegato al solo ambito agricolo, dovrà coinvolgere tutti gli operatori della filiera e oltre. Non si pensi che da sola l’agricoltura possa rispondere di errori che trovano la loro genesi ben prima della nascita della nostra denominazione. Lontano dal voler autoassolvere il sistema produttivo dalle proprie responsabilità chiedo si guardi con attenzione e oggettività, se non benevolenza, agli sforzi che stiamo compiendo nella direzione della sostenibilità».
Una prima valutazione tecnica negativa potrà essere modificata a giugno dal comitato del Patrimonio
Frattanto, è stato pubblicato il primo esito della valutazione tecnica sul dossier di candidatura de “Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiaddene” quale patrimonio dell’umanità dell’Unesco. L’esito non è positivo perché l’organo tecnico di valutazione, pur sottolineandone le bellezze, la capacità gestionale, la storicità, ritiene che il territorio veneto non sia unico nel suo genere.
«Proprio facendo leva su questi pregi – sostiene il coordinatore scientifico per la candidatura delle Colline del Prosecco, Amerigo Restucci – lavoreremo nei prossimi giorni per arrivare ad un giudizio finale positivo. Ricordiamo, infatti, che il rapporto pubblicato oggi costituisce una raccomandazione tecnica dell’organo consultivo dell’Unesco, l’International Council on Monuments and Sites”, ma la valutazione conclusiva è affidata al Comitato del Patrimonio, che è un organo politico eletto dagli Stati membri della Convenzione del 1972 e che può accogliere, modificare o integrare la raccomandazione tecnica».