È scontro in seno alla Commissione Europea per la proposta di legge avanzata dall’Irlanda che prevederebbe l’obbligo per le etichette degli alcolici, vino compreso, di riportare le avvertenze sui rischi legati al consumo, un po’ come accade da tanti anni sui pacchetti di sigarette. In campo è sceso per primo il Portogallo, subito affiancato dall’Italia, ma la pattuglia contraria alla proposta del salutista Governo di Dublino può contare su numerosi Paesi.
La legge irlandese contro l’abuso di alcol prevede una stretta ai consumi da ottenersi attraverso l’imposizione di un prezzo minimo europeo per tutti i prodotti, vino compreso: l’impianto legislativo di Dublino prevede una imposizione di 10 centesimi di euro di prezzo minimo per grammo di alcol. Oltre a ciò una azione di dissuasione del consumo dovrebbe venire attuata specificando in etichetta tutta una serie di avvertenze che vanno dalle raccomandazioni sulle unità limite giornaliere ai pericoli per le donne incinta, passando per la cancerogenicità delle bevande alcoliche.
Le etichette per il vini dovrebbero riportare avvertimenti simili a quelli delle sigarette
In sede di Commissione Europea, Lisbona ha sottolineato come un’etichetta con queste indicazioni non faccia che “distorcere la realtà” invece che rappresentare effettivamente un’informazione “piena e comprensiva”, che aiuti davvero il consumatore. Oltretutto, ha sottolineato l’Italia, una simile etichetta rappresenterebbe un costo aggiuntivo che le aziende saranno costrette ad accollarsi.
Quel che il Portogallo contesta, in particolare, è che si proponga di scrivere in etichetta un riferimento al rischio legato al cancro. Un rischio, si sostiene, che si presenta anche per il consumo di tantissimi altri prodotti: per esempio, nulla viene riportato sulle confezioni di carne rossa. Al contrario, è risaputo che un moderato consumo di vino, specie quello rosso, apporta numerosi benefici, dimostrati da decine di studi scientifici.