Anche noi abbiamo spesso riportato notizia dei tanti studi scientifici che nel corso degli anni hanno promosso il vino, in particolare quello rosso, come benefico per la salute cardiovascolare, nella lotta contro l’Alzheimer, recentemente anche contro la carie dentale. Ora arriva dalla Francia, proprio dalla indiscussa patria del vino rosso, l’esito del più grande studio osservazionale francese che dimostra come i disturbi da abuso di alcol rappresentino il più importante fattore di rischio prevenibile per tutti i tipi di demenza.
Il lavoro, condotto dal QalyDays Study Group e pubblicato su Lancet Public Health, ha interessato oltre un milione di francesi dimessi da ospedali nazionali dal 2008 al 2013 con una diagnosi di demenza. I 57.353 casi di demenza ad esordio precoce, pari al 5,2% del totale, sono risultati per il 57% correlati ad un disturbo di abuso di bevande alcoliche. Ciò significa che i disturbi da abuso di alcol aumentano di oltre il 330% il rischio di demenza, tanto nelle donne quanto negli uomini. L’associazione con l’abuso di alcol permane anche nelle forme di demenza ad esordio più tardivo e nell’Alzheimer, con un rischio aumentato del 170% in entrambi i sessi.
E gli scienziati francesi sottolineano che l’abuso di alcol accorcia la vita di una ventina di anni
Alla luce di questi risultati, gli autori consigliano di effettuare sempre uno screening per l’abuso di alcolici che secondo l’OMS corrisponde ad un consumo cronico di oltre 60 grammi di alcol al giorno per gli uomini e 40 grammi per le donne. Come non bastasse, gli autori ricordano che in generale i disturbi da abuso di alcol accorciano la vita di una ventina d’anni e in queste persone la demenza rappresenta una delle principali cause di morte.
In questo contesto, la Ministro della salute, Agnès Buzyn, ha affermato che «l’industria del vino vuole fare credere che il vino sarebbe diverso dalle altre bevande alcoliche. Ma in termini di salute pubblica, è esattamente la stessa cosa bere vino, o birra o vodka o whisky. Le differenze sono pari a zero!».