Nemmeno il tempo di attribuire ad Agrigento la palma del vino più antico al mondo, ne abbiamo scritto lo scorso 30 agosto, superando quello che era il primato della Sardegna, ed ecco che uno studio pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Science” dall’archeologo molecolare del Museo di Archeologia e Antropologia dell’Università della Pennsylvania, Patrick McGovern, sposta di molto all’indietro la data di nascita del vino. Ed il luogo in cui si è ‘inventato’ il vino.
Patrick McGovern guida il team di studiosi che ha analizzato il ritrovamento in due siti archeologici della Georgia di alcune anfore con residui di vino, risalenti a 8.000 anni prima di Cristo, largamente in anticipo rispetto al 3.000 a.C. dei ritrovamenti siciliani. Gia in passato nella regione georgiana di Kvemo Kartli, nei pressi della capitale Tbilisi, erano stati rinvenuti semi d’uva risalenti a settemila anni fa e appartenenti alla specie Vitis Vinifera Sativa, ovvero quella utilizzata per la vinificazione. Il nuovo studio anticipa di altri mille anni la nascita del vino.
Ai cinesi resta il primato di essere stati i primi a produrre delle bevande alcoliche
Sulla base delle testimonianze archeologiche disponibili, il primo popolo ad aver prodotto bevande fermentate rimangono invece i cinesi, che producevano però una mistura di riso, miele e uva, non già vino puro come quello degli antichi georgiani.
La secolare tradizione vinicola georgiana è ammantata di un’aura di mito che ha reso Tbilisi una meta per gli appassionati di enoturismo. Le ancestrali tecniche di vinificazione, le uve veninavo fermentate con tutti i raspi in recipienti di argilla chiamati kwevri che erano sotterrati, non rendono però i vini georgiani per tutti i gusti.