In vista delle feste, non può che essere lo spumante il tema principale di valutazione e i valori assoluti del prodotto italiano non possono che far dire che in tutto il mondo si è brindato all’anno nuovo con un po’ di Italia nel bicchiere. Una tradizione che si espande costantemente: dal 1991 Ovse stima-analizza i consumi, target e valori delle produzioni nazionali ed in 27 anni l’incremento è stato di oltre 8 volte, passando da 25-30 a 188-190 milioni di bottiglie stappate, registrando anche una crescita anno su anno (2017) del +7,2%.
I consumatori all’estero spenderanno, nell’arco di una trentina di giorni, poco più di 3 miliardi di euro per un calice di spumante Made in Italy, stabilendo così un record assoluto. «L’alta qualità raggiunta, aver centrato il gusto del consumatore, il prezzo e la notorietà – dice Giampietro Comolli, presidente di Ovse-Ceves – è il mix vincente delle bollicine italiane nei diversi canali di consumo, anche a fronte di competitor molto agguerriti sul prezzo e già presenti nei Paesi esteri».
All’estero è fortemente aumentato il consumo domestico grazie ad internet ed agli acquisti online
Il consumo ‘domestico’ all’estero è fortemente aumentato, grazie agli acquisti online con tutte le piattaforme aperte e rappresenta oramai un mercato pari al 20% dei volumi totali. Solo la Francia fa meglio, sfiorando il 30,5%, soprattutto in virtù dei marchi e delle etichette di maggior valore.
Dai dati raccolti emerge che di fronte allo stesso prezzo di vendita, vince l’italianità certa ed evidente. Ovse riscontra anche un valore medio della singola bottiglia in strepitosa crescita al consumo (+22% per alcune etichette simbolo), con un prezzo al banco o in tavola superiore anche del 100% rispetto a quello che si riscontra in Italia. Tra le tante ‘rose i fiori’ c’è anche qualche spina: Gran Bretagna, Germania, Giappone sono mercati sempre più difficili e concentrati.