I vini bianchi stanno conquistano sempre più stimatori in Cina. Si tratta di una novità non da poco, che segna davvero un cambiamento anche dell’identikit del consumatore di vino in quell’enorme Paese. A testimoniare la nuova tendenza sono le anticipazioni dell’ultimo report di Wine Intelligence “China Landscapes 2017”.
Non che il primato del vino rosso sia realmente in pericolo, è però un segnale che viene fatto risalire ad un consumatore più giovane, meno attento al ruolo di status symbol del vino e più ‘occidentale’ nei gusti, anche alimentari. Così il 56% di chi beve vino d’importazione, si dimostra aperto a gustare anche i bianchi. Merito della popolarità guadagnata dalle varietà aromatiche, capaci di convincere ampi strati dei wine lovers delle grandi città, tanto che, secondo uno dei principali importatori del Paese, Cofco, a Pechino il consumo dei vini bianchi rappresenta già il 15-20% del totale.
Resta ancora difficile invece la penetrazione degli spumanti e del Prosecco
Questi nuovi consumatori della nuova generazione sono più scolarizzati, laureati negli ultimi 10 anni, più curiosi anche in tema di vino. Sempre però legati al vino fermo. Le bollicine, infatti, fanno ancora fatica ad uscire da una nicchia nella quale sono “rinchiuse” da anni, quella dei locali notturni e delle celebrazioni importanti.
Un ‘peccato originale’ che lega questo consumo, in maniera quasi esclusiva, all’immagine dello Champagne, forte di brand riconosciuti globalmente come Moët & Chandon e Perrier-Jouët. Anche sotto questo profilo, il rapporto di Wine Intelligence è importante perché sembra indicare che i tempi potrebbero essere maturi per bollicine meno impegnative e accessibili, a partire, ovviamente, da quelle del Prosecco, senza dimenticare le potenzialità, in termini di caratteristiche organolettiche, tra sentori floreali e fruttati, di Asti e Moscato.