Con l’inizio della vendemmia l’Italia festeggia il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che fanno registrare un aumento del +5,9% rispetto allo scorso anno quanto avevano raggiunto, su base annuale, circa 6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo quadrimestre 2018.
Le vendite nel primo quadrimestre dell’anno hanno avuto un incremento in valore del +4,7% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente, anche se preoccupano le nuove politiche protezionistiche del Presidente Usa Donald Trump. L’aumento è stato del +4,9% in Germania al secondo posto come mercato per il vino italiano. Invece si registra un brusco calo del -5% nel Regno Unito per quello che appare un primo anticipo di quelli che potranno essere gli effetti della Brexit.
Le preoccupazioni arrivano dalla Brexit e dalle minacce protezionistiche di Trump
Dalla vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,6 miliardi di fatturato dalla vendita del vino, realizzato più all’estero che in Italia, che offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone tra quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale e quelle presenti in attività connesse e di servizio. Una struttura produttiva che conta 310 mila aziende agricole e quasi 46 mila aziende vinificatrici su una superficie a vite di 652 mila ettari.
Le esportazioni di vino italiano nel mondo hanno un effetto traino di immagine per l’intero Made in Italy, sottolinea Coldiretti, che coglie anche questa occasione per esprimere la propria avversione per gli accordi internazionali di scambio commerciale che l’Europa sta stringendo nelle diverse aree del mondo. Per l’organizzazione agricola, le tutele garantite ai vini italiani sarebbero insufficienti perché garantite solo ai vini più noti e affermati.