Comparando il valore delle filiere agroalimentari, quella vitivinicola risulta la più importante
Nomisma, la principale società di consulenza della quale sono azionisti istituzioni finanziarie e gruppi imprenditoriali italiani ed esteri, ha elaborato per UniCredit un ‘super indice’ denominato “AGRI4indexTM”, in grado di fornire il livello di strategicità delle filiere per il sistema agroalimentare italiano e il loro posizionamento competitivo.
A posizionarsi al primo posto in questa classifica è la filiera vitivinicola con un punteggio pari a 68, davanti a quella lattiero-casearia, seconda con 56, della pasta con 54 e dell’ortofrutta con 51. Ad essere presi in considerazione sono oltre 60 indicatori riferibili a 4 “domini” che analizzano la struttura, la produzione, il mercato e le performance economico-finanziarie.
«Quello vitivinicolo – dichiara Pier Carlo Padoan, presidente di UniCredit – è uno dei comparti che sta trainando la ripresa del Made in Italy sui mercati mondiali, grazie ad un riposizionamento in linea con le caratteristiche della domanda estera e all’eccellente qualità dei prodotti. UniCredit intende proporsi come partner di riferimento per gli operatori del settore con azioni concrete, come l’ormai consolidata partnership con il Vinitaly e la collaborazione con Nomisma per analizzare ancora più nel dettaglio il mondo del vino italiano».
L’Agri4Index ha inoltre raffrontato le principali regioni vitivinicole italiane ottenendo una classifica nazionale che vede al vertice il Veneto, seguito nell’ordine da Toscana, Trentino Alto-Adige e Piemonte. Sono le aree territoriali dove risultano più elevate le percentuali di vini Dop/Igp prodotti sul totale regionale, dove le imprese vinicole vantano fatturati medi superiori ai 20 milioni di euro, contro una media nazionale di 6 milioni, e assommando le esportazioni della quali si arriva al 77% del totale italiano.
«La ripresa post-Covid che sta interessando le filiere agroalimentari italiane, vino in primis – dice Paolo De Castro, presidente del comitato scientifico di Nomisma – è certamente sostenuta, ma questo non deve farci cullare sugli allori. Gli spazi di crescita per il nostro settore sono ampi nel mercato mondiale, ma scontiamo ancora gap organizzativi e di competitività che, oggi, grazie anche agli importanti strumenti di supporto offerti dall’Europa, possono essere ridotti».