La messa in commercio da parte di una azienda svedese (la Concealed Wines) di un vino denominato ‘Mafiozo’ e riportante in etichetta l’immagine del noto malavitoso Lucky Luciano e la dizione Igp ‘Salento’, non è solamente un fatto increscioso, ma una reale minaccia per il sistema agroalimentare nazionale. E per molti fattori: così da giustificare le molte reazioni che si registrano, a tutti i livelli.
«Ho ritenuto opportuno avvertire il nostro Ambasciatore in Svezia – afferma l’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni – perché questa operazione di marketing di bassa lega ferisce più di una volta il comparto vitivinicolo italiano e salentino in particolare. E non è solo l’accostamento inaccettabile e deplorevole di personaggi e fenomeni criminali alle produzioni nazionali di qualità ad offenderci – scrive Nardoni – ma anche l’ennesimo svilente episodio di agro pirateria compiuto ai danni di una filiera produttiva, quella enologica, per la quale l’Italia e la Puglia lavorano da anni in nome della qualità, della sicurezza e della tracciabilità».
L’assessore Nardoni pone dunque dei dubbi anche sulla indicazione geografica riportata sull’etichetta: «La Igp deve rispettare rigide norme comunitarie e nazionali e dubito che nella miscela di uve utilizzate da questa azienda svedese, ci siano solo vitigni autoctoni salentini».
Mafiozo svedese: il Pd porta il caso in commissione anticontraffazione
Sul caso del vino messo in commercio da una azienda svedese (la Concealed Wines) con l’etichetta ‘Mafiozo’ e l’immagine del noto malavitoso Lucky Luciano con la dizione Igp ‘Salento’, prendono posizione i deputati del partito Democratico Ernesto Magorno e Federico Gelli. «Non è più accettabile – hanno dichiarato gli esponenti PD – che si continui a speculare su pagine dolorose della nostra storia: la mafia è ancora una realtà drammatica per il nostro paese, e vicende come questa, sono un insulto per tutti coloro che la combattono ogni giorno e per i familiari delle tante vittime. L’Italia deve alzare la voce in Europa e chiedere rispetto. Chiediamo al Ministro degli esteri contattare al più presto l’ambasciatore svedese affinché dia chiarimenti su questa nuova inaccettabile iniziativa commerciale».
Analoga dichiarazione viene da Nicodemo Oliverio capogruppo Pd in commissione Agricoltura. «Non che ce ne fosse bisogno, ma questa vicenda che sfrutta da un lato il richiamo all’Italia per vendere e dall’altro offende il nostro paese, sottolinea una volta di più che abbiamo fatto benissimo ad approvare la legge sulla Commissione contro la contraffazione. Il Made in Italy è non solo una garanzia di qualità per i consumatori, e per la loro salute, ma è soprattutto in un momento di crisi una risorsa per le nostre aziende. Noi dobbiamo tutelarle. Per quanto riguarda la vicenda svedese, invece, presenteremo immediatamente un’interrogazione parlamentare. Il Made in Italy è nostro, dell’Italia – conclude l’esponente Pd – e noi dobbiamo difenderlo e diffonderlo in tutto il mondo, punendo chi se ne appropria illegalmente».