Nessun segnale di pericolo imminente per le esportazioni di vino italiano negli Stati Uniti. È quanto emerge da una indagine realizzata in occasione di Vinitaly dall’Alleanza cooperative Agroalimentari tra le proprie associate, che detengono la leadership nelle esportazioni di vino negli Usa: più della metà dei volumi di vino esportati in America è commercializzato infatti dalle cantine cooperative.
“Pur con tutta la cautela che deve accompagnare previsioni sulle decisioni di un Presidente come Donald Trump – commenta Ruenza Santandrea, Coordinatrice Vino Alleanza Cooperative Agroalimentari – riteniamo al momento alquanto remota l’ipotesi che le nuove politiche protezionistiche sbandierate dagli Stati Uniti vadano a colpire proprio i vini italiani ed europei. Di norma vengono scelte misure protezionistiche per difendere produzioni locali molto forti dalla concorrenza di merci provenienti da paesi esteri e che entrano con prezzi bassi e competitivi. Non è certo questo il caso del vino, poiché le nostre bottiglie vengono commercializzate negli Usa a prezzi mediamente alti e non certo inferiori a quelli californiani».
Il dollaro debole riduce la redditività delle nostre esportazioni che comunque sono in crescita
Per la produzione italiana ci sono piuttosto ben altre preoccupazioni rispetto al mercato Usa: in primo luogo il tasso di cambio sfavorevole, che sta generando qualche perdita anche se lieve di fatturato. Sul mercato americano poi pesano in qualche modo le conseguenze del problema, registratosi due anni fa, nell’assegnazione dei fondi europei dell’Ocm Vino per la promozione nei paesi terzi.
Il blocco dei finanziamenti dei progetti presentati dalle aziende italiane, che in buona parte erano destinati proprio ad attività di promozione dirette al Paese americano, ha creato una situazione in cui le vendite dei vini italiani sono state assai penalizzate, a tutto vantaggio della Francia. Malgrado questo, le esportazioni di vino italiano in America hanno registrato nel 2017, secondo le ultime rilevazioni Ismea, un incremento in valore del +4,2% rispetto al 2016, raggiungendo quota 1,4 miliardi di euro.