L’export di vino nel 2015 è stato in crescita di circa il 6%, arrivando al record storico di 5,4 miliardi di euro contro i 5,1 dell’anno precedente. Lo stima Wine Monitor di Nonisma che sottolinea anche come un sostegno a questo successo sia venuto dal rafforzamento del dollaro e della sterlina inglese che ha permesso ai nostri produttori di essere più competitivi sui due principali mercati mondiali e di garantirsi una plusvalenza dal tasso di cambio. Per quanto riguarda invece le quantità, i volumi di vino esportati risultano inferiori a quelli dell’anno precedente, attestandosi poco sopra ai 20 milioni di ettolitri.
«La crescita nell’export di quest’anno – afferma Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma – risulta trainata soprattutto dagli spumanti, le cui vendite oltre frontiera aumentano sia sul fronte dei valori che dei volumi per oltre il 10%. Sotto tono invece l’esportazione dei vini fermi imbottigliati, che continuano comunque a rappresentare più del 75% dell’export totale. In netto calo l’export dello sfuso. Continua il momento d’oro del Prosecco che fa segnare nuovi record d’esportazione nel mercato nordamericano, USA e Canada, in quello inglese, svizzero e scandinavo. Il 2015 – conclude Pantini – non sarà invece annoverato tra gli anni migliori per quanto riguarda l’export dell’Asti».