Gli italiani riempiono le loro cantine, ma la scienza spiega che l’alcol non disinfetta la bocca
È doveroso chiarirlo subito: il vino non combatte il coronavirus! Verrebbe da dire ‘discorsi da bar’, fantasiose invenzione attribuite alla ‘saggezza popolare’ che nulla hanno a che vedere.
Anche quando a riproporle sono persone dalle quali ci si aspetterebbe maggiore preparazione: il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, è stato pesantemente criticato per aver detto che: «il bere responsabile può contribuire a una migliore igiene del cavo orale e della faringe».
«Non scherziamo, non c’è nessuna prova scientifica di questa affermazione, che è da stigmatizzare – smentisce seccamente Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi e ricercatore di Igiene generale ed applicata all’Università degli Studi di Milano – È un’affermazione da condannare assolutamente: non si può pensare una cosa del genere. Per la disinfezione ci vuole ben altro».
Non come ‘disinfettante’ quindi, ma per supplire alla chiusura dei bar, l’acquisto di bottiglie e alcolici a domicilio è schizzato verso alto in questo mese di marzo. Secondo i dati di Winelivery, la applicazione che consente di scegliere i prodotti da acquistare e ricevere a casa, nelle ultime due settimane si è registrato un incremento delle vendite del +25% nel totale in Italia, ed in particolare del +50% nelle città del nord tra cui Milano, Torino e Bologna.
Un incremento determinato da alcuni differenti fattori. Innanzitutto è da dire che, in generale, l’invito a restare a casa, fortunatamente accolto con civismo dagli italiani, ha fatto aumentare sia la frequenza degli ordini online, sia il valore della spesa media per ciascun acquisto.
È da tener conto poi che il carrello virtuale dei consumatori si è allargato in quanto vi vengono inseriti prodotti che non saranno utilizzati solo nel breve periodo, ma anche quelli a più lunga conservazione destinati alla dispensa.
Il vino rientra certamente in quest’ultima categoria perché gli acquirenti sono rassicurati dal fatto che vino, bottiglie e imballaggi sono certamente esenti da contaminazioni. Bene allora brindare restando a casa: lo si faccia non come forma di prevenzione contro il virus, ma per conservare il piacere di quella socialità alla quale speriamo tutti di tornare presto.