Sono di più le preoccupazioni che le speranze per l’annata vitivinicola nazionale: da un lato la siccità e il gran caldo sembrano garantire produzioni a più altro grado zuccherino, ma dall’altro bisognerà fare i conti con i danni della gelata di aprile e le fioriture precoci. «Annata difficile – conferma Marco Fizialetti, responsabile vendite di Castello di Querceto, Greve in Chianti – anche se la situazione al momento non è critica. Certo non dovesse piovere da qui a settembre potremmo entrare in una fase complicata».
«In una situazione come l’attuale – sottolinea Paola De Blasi, responsabile di produzione a I Veroni, Rufina – è stata davvero preziosa l’attenta gestione del verde con costanti cimature. Per ora possiamo solo sperare che i bellissimi e numerosi grappoli che riempiono le nostre vigne trovino le riserve idriche necessarie per invaiatura e maturazione fenolica».
Anche questo è un effetto del riscaldamento globale che spinge verso nord le colture
Complessivamente, le cose sembrano andare meglio al Nord: in Alto Adige a inizio luglio varie precipitazioni hanno assicurato ai terreni un buon apporto idrico. Dice il duo Gerhard Sanin e Andrea Moser, rispettivamente agronomo ed enologo di Cantina Kaltern: «La vigoria generale delle viti va da moderata a normale, sicuramente un buon segno dal punto di vista qualitativo».
Per il Trentino parla Anselmo Guerrieri Gonzaga di San Leonardo: «Il problema siccità non ha interessato le nostre vigne, l’uva è molto bella e perfettamente sana, anche grazie alla conduzione biologica che si sta rivelando preziosa nello sconfiggere la peronospera, molto insidiosa quest’anno nella nostra regione». Aggiunge Matteo Moser, enologo di Moser Trento: «Al momento la vendemmia 2017 per il Trentino si prospetta molto buona, con corretto equilibrio qualitativo e quantitativo, di poco anticipata rispetto alla media».