Inversione di tendenza: per la prima volta, dopo oltre un decennio di ininterrotta crescita, nel 2018 si registra un calo del -7% delle bottiglie di Prosecco esportate in Gran Bretagna. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti, relativa agli effetti della Brexit nel primo semestre dell’anno per il vino italiano più esportato al mondo.
Più di una bottiglia di Prosecco consumata all’estero su quattro, sottolinea Coldiretti, viene stappata in Gran Bretagna, Paese maggior consumatore davanti agli Stati Uniti. Le tensioni determinate dai negoziati sulla Brexit, l’andamento dei tassi di cambio ma anche alcune fake news nazionalistiche destinate a screditare le bollicine italiane, rileva l’associazione, sembrano aver avuto effetto sugli scambi commerciali. La situazione sul mercato inglese, comunque, non scalfisce l’ottimismo dei produttori di Prosecco la cui vendemmia è appena terminata in anticipo di una decina di giorni, con una previsione di rese per ettaro di qualche punto percentuale superiore al 2017.
Il rischio è che senza accordi con la Ue, la Gran Bretagna apra le porte a prodotti contraffatti
L’Italia è al primo posto nel mondo come Paese produttore di bollicine, con un quantitativo che sfiora 700 milioni di bottiglie, di cui circa due su tre di Prosecco.
“A meno di un anno dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea – si legge in un comunicato di Coldiretti – non è stato ancora raggiunto un accordo sul riconoscimento e la tutela dei prodotti agroalimentari a Denominazioni d’origine sul mercato britannico, con il rischio di un via libera a imitazioni e tarocchi, dal Parmesan al falso Prosecco fino al Chianti, Barolo e al Valpolicella in polvere. A preoccupare è anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane, come l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop)”.