Con la crescita della domanda per il vino, tendenzialmente in aumento, ma sensibilmente spostata verso nuovi mercati e nuovi consumatori, la sfida attuale per le aziende vinicole mondiali è quella di adattarsi a scenari in continua evoluzione. È il trend che emerge dall’ultimo Rapporto Trimestrale del Vino di Rabobank (www.rabobank.com), secondo il quale, sembra che la fortuna aiuterà gli audaci e cioè coloro che faranno affidamento sull’innovazione e saranno capaci di “fiutare” il nuovo che avanza: nelle nuove segmentazioni del mercato, nei nuovi stili di vino, nel marketing e nella distribuzione.
Sarà un approccio “consumer-centric”, così definito dal team Food & Agribusiness Research del gruppo finanziario olandese, la chiave per conquistare le nuove generazioni dei wine lovers e per tenere d’occhio le tendenze di consumo in continua mutazione.
Ma la necessità di un adattamento a scenari in continua evoluzione sia dei mercati che dei consumatori a livello mondiale, lascia molte delle principali aziende vitivinicole del globo con il dilemma, da un lato di mantenere le formule collaudate in passato sui consumatori “old style” che hanno garantito business di tutto rispetto e che ancora rappresentano uno “zoccolo duro”, e, dall’altro, di modificare radicalmente il proprio approccio per soddisfare i nuovi consumatori e le nuove tendenze di consumo.
Produzione vitivinicola: cambia tutto con i giovani bevitori
«Uno degli sviluppi più importanti nel mercato del vino di oggi – spiega l’analista di Rabobank, Elena Saputo – è il cambiamento della base dei consumatori, sia in termini della loro collocazione geografica, che in termini demografici». Sotto il profilo demografico, viene ad assumere un peso particolare la generazione dei nati tra gli anni Ottanta e gli anni Duemila, genericamente indicati come “Generazione Y” oppure “Millennials”. «Nei Paesi dove il consumo di vino non è annoverato tra quelli tradizionali – continua Elena Saputo – i “Millennials” bevono più vino rispetto a qualsiasi altra generazione precedente a parità di età, mentre nei Paesi dove la tradizione del consumo di vino è salda, si beve meno, ma meglio».
Guardando con attenzione all’Europa, l’area geografica più importante al mondo per la produzione vitivinicola, le esportazioni di vino sono diminuite per i principali produttori nei primi quattro mesi del 2014, nonostante Paesi come la Spagna segnalino un aumento del 17% della produzione in termini di volumi. Nell’emisfero Nord, le esportazioni americane sono cresciute del 3,2% in volume e del 1,9% in valore. Nell’emisfero Sud, invece, ci sono stati comportamenti contrastanti: la Nuova Zelanda ha registrato un aumento del 25,3%, il Cile un calo dei volumi esportati dell’8,9%.