La vendemmia 2018 è tornata ai valori medi dell’ultimo decennio facendo registrare un +16% rispetto a quella del 2017 che era invece stata una delle peggiori dal dopoguerra. È così che la produzione arriverà a sfiorare i 50 milioni di ettolitri di vino che per circa il 70% andrà a riempire bottiglie che possono fregiarsi degli appellativi certificati Doc, Docg e Igt.
“Un risultato – sottolinea Coldiretti – che garantisce all’Italia il primato mondiale davanti alla Francia, dove la produzione dovrebbe aggirarsi sui 46 milioni di ettolitri e alla Spagna che sale al secondo posto con 47 milioni di ettolitri. Dal punto di vista qualitativo, oltre il 70% della produzione tricolore sarà destinata ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola”.
Aumenta anche il consumo interno, ma la forza del vino italiano è tutta all’estero
Con l’ultimarsi delle operazioni vendemmiali, sempre secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, l’Italia festeggia anche il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che nei primi sette mesi del 2018 fanno registrare un aumento del +4% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto, su base annuale, circa 6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale.
Lo spumante, segnala Coldiretti, “è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance di crescita all’estero con le esportazioni che, con un aumento del +13% rispetto all’anno precedente”. Positiva anche la dinamica dei consumi interni con gli acquisti che sono aumentati in valore del +4,5% per vini e spumanti nel primo semestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “In questo contesto, sono del tutte ingiustificate le riduzioni delle quotazioni dei vini all’origine anche tenendo conto delle giacenze e dell’aumento della domanda interna ed estera”.