Sul vino gli italiani non risparmiano e si mostrano estremamente nazionalisti e buongustai. Sono questi i principali risultati della ricerca del Censis “Il valore economico e sociale del settore del vino e dei suoi protagonisti”, presentata in occasione dell’Assemblea annuale di Federvini da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, con il Presidente di Federvini Sandro Boscaini. Dalla ricerca emerge che un italiano su due è consumatore di vino e nel biennio 2013-2015 la spesa delle famiglie italiane è aumentata del 9% in termini reali, ben più che per ogni altro comparto economico.
Significativo è che dalla ricerca emerga una forte riduzione, dal 7,4% del 1983 ad appena il 2,3% del 2016, del numero dei grandi bevitori capaci di farsi più di mezzo litro al giorno, mentre è aumentato il numero dei diplomati, dal 30,6% del 2006 al 33,8%, e i laureati, dal 35,5% al 39,5%. Da notare infine che 24 milioni di italiani nell’ultimo anno hanno partecipato ad almeno un’attività enocorrelata.
Un secondo rapporto dimostra che l’arte e la cultura fanno bene al vino
Proprio sotto quest’ultimo profilo, un altro rapporto, quello “(Wine + Food + Arts) x Tourism” a cura del Consorzio Tutela del Gavi in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università dell’Insubria, ha dimostrato che abbinare l’enogastronomia all’arte e al turismo determina un incremento del fatturato per il 50% delle aziende vitivinicole italiane.
Il Rapporto mostra che gli investimenti in Arte e Cultura sono scelte strategiche e di lungo periodo affrontate con soddisfazione da un numero crescente di Aziende alimentari, Cantine vinicole e Consorzi. Tra i migliori 15 distretti territoriali ve ne sono sei appartenenti al settore alimentare ed enologico, guidati in questa speciale classifica, redatta da Intesa Sanpaolo, dal Distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.