I numeri rimangono ancora modesti rispetto al mercato complessivo, ma il vino biologico continua a crescere con un trend costante. Lo testimonia una ricerca Ice-Agenzia curata dall’osservatorio di Nomisma wine monitor: le vendite nel 2016 hanno toccato complessivamente i 275 milioni di euro, con un incremento del +34% rispetto al 2015.
Il mercato italiano vale il 30% del totale del fatturato, ma il grande boom è la richiesta sui mercati esteri. Il giro d’affari dell’export Made in Italy di vino bio nel 2016 ha toccato i 192 milioni di euro, con un balzo in avanti del +40%rispetto al 2015. Si tenga comunque conto che, malgrado questa crescita ‘tumultuosa’, la percentuale del bio sul totale dell’export di vino italiano arriva al 3,4%.
I mercati sono sempre gli stessi: germania e Usa in prima fila anche in questo comparto
Analizzando i principali mercati presidiati, l‘Ue è la principale destinazione (66% a valore) e come per l’agroalimentare, la Germania rappresenta il mercato di riferimenti per i vini bio (33% sul totale del fatturato dell’export di vino bio italiano), seguito dal mercato Usa (12%).
Fra i punti di forza delle nostre aziende c’è sicuramente la qualità dei vini bio (30% degli intervistati), un marchio aziendale apprezzato (17%) e la tracciabilità del prodotto (14%), mentre i punti di debolezza sono da ricercare in particolare nelle dimensioni ridotte, la mancanza di risorse finanziarie da investire per aggredire i mercati e i vincoli doganali-tariffari. Il vino biologico ha comunque grandi prospettive di crescita, in particolare sui mercati terzi, come quello statunitense, senza dimenticare mercati fondamentali come Germania e Uk sul mercato Ue.