L’impegno delle grandi aziende è verso prodotti maggiormente sostenibili e durevoli
E se scoppiano o si incendiano che succede? A sentir parlare di batterie atomiche o nucleari, di primo acchito si potrebbe restare perlomeno perplessi. In realtà – secondo gli esperti – questa tipologia di batterie ha meno la tendenza ad esplodere o a prendere fuoco rispetto alle altre, e non pongono problemi di smaltimento poiché la completa scarica combacia con la fine del decadimento radioattivo.
Si tratta di batterie nucleari per usi civili, ovvero dispositivi a stato solido che convertono in elettricità l’energia dei decadimenti radioattivi, e funzionano mediante una reazione nucleare spontanea, soprattutto un decadimento beta, in cui un elemento chimico muta in un altro elemento, generando elettricità. Possono fornire una potenza elettrica costante a lungo tempo, anche per decenni, senza dover essere ricaricate o sostituite. Per questo il loro utilizzo diventa interessante anche nel campo delle esplorazioni spaziali. Inoltre sono stabili pur in condizioni ambientali estreme (basse/alte temperature) e funzionali anche in situazioni in cui è richiesta una affidabile e duratura fornitura di energia elettrica, come nel caso di dispositivi medici.
È l’azienda cinese di technology Betavolt ad annunciare, con un comunicato stampa che nel 2025 sarà pronto il primo esemplare che, successivamente, sarà prodotto su larga scala e immesso nel mercato. Grande come una moneta, fornirà circa 100 microwatt di potenza in un arco temporale di cinquant’anni.
11 gennaio 2024