Diversamente dagli ogm l’Europa propone una semplice notifica sui prodotti dal genoma modificato
I consumatori italiani mostrano di aver meno paura dei propri Ministri quando si parla di innovazione in agricoltura e, anzi, cresce la fiducia dei consumatori nelle biotecnologie nel settore agroalimentare. Lo dimostra uno studio Enea secondo cui il 65% degli intervistati assaggerebbe prodotti senza glutine ottenuti attraverso un approccio biotecnologico e il 57% li acquisterebbe a un prezzo superiore a quello attuale di mercato. L’accettazione delle biotecnologie aumenta se vengono riconosciuti i benefici per la salute e l’ambiente.
Le modifiche genetiche ottenute con alcune biotecnologie di ultima generazione che potrebbero occorrere in modo naturale o mediante incrocio tradizionale non dovrebbero essere soggette allo stesso regime di autorizzazione, valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura degli ogm, ma a una semplice notifica. È quanto prevede la bozza del regolamento predisposto dall’Unione Europea sulle nuove tecniche del genoma (Ngt, anche note come Tea in Italia) che dovrebbe essere pubblicato all’inizio di luglio.
Una nuova regolamentazione sulle piante modificate geneticamente era stata annunciata nel 2020 come parte della Strategia Ue ‘Farm to Fork’, per dare agli agricoltori varietà più sostenibili, ad esempio resistenti ai parassiti e con meno necessità di utilizzare i pesticidi, o capaci di garantire le stesse rese con meno fertilizzanti o acqua. L’Ue propone di non cambiare le regole sugli ogm, che risalgono al 2001, ma di aggiornarle alla luce dei progressi delle nuove biotecnologie, riservando un trattamento a parte per due nuove tecniche, cisgenesi e mutagenesi mirata.
Questi metodi, infatti, non implicano l’utilizzo di Dna estraneo alla pianta, come la transgenesi degli ogm, e possono introdurre modifiche in certi casi indistinguibili da quelle che potrebbero verificarsi in natura o con metodi di selezione e incrocio tradizionali. Nella consultazione della Commissione Ue, le autorità pubbliche e tutto il settore alimentare, dall’industria sementiera agli agricoltori, hanno chiesto l’aggiornamento delle regole. Contrarie le Ong, il settore bio e i produttori con etichetta “ogm-free”, che avrebbero preferito applicare le regole attuali anche al nuovo biotech.
27 giugno 2023