Presentata a Roma la quarta edizione della Relazione promossa dal CNR
La “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia. Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia”, presentata a Roma, nella sede dell’ente promotore, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, delinea, mediante dati quantitativi, la posizione dell’Italia rispetto al contesto internazionale. La Relazione si articola in sei capitoli. Il primo segnala qual è stata l’efficacia degli strumenti finanziari competitivi per il decennio 2012-2021 e come essi possono essere utili per raggiungere gli obiettivi prioritari dell’agenda Paese. Il secondo illustra l’esperienza internazionale dei dottori di ricerca. Il terzo traccia la posizione dell’Italia nell’attività brevettuale. Il quarto spiega il trasferimento tecnologico alla frontiera della ricerca scientifica. Nel quinto si analizza il tema della fiducia nella scienza e nei vaccini nella popolazione europea, in particolare in Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia e Finlandia, e il ruolo svolto dalla pandemia. Il sesto evidenzia gli indicatori della ricerca e dell’innovazione. Per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, dalla relazione emerge una domanda importante. “Il PNRR rappresenta – si legge nell’introduzione – per l’Italia e per tutta l’Europa, una scommessa importante che per essere vinta necessita che si generino opportunità tali, non solo per sostenere la comunità scientifica e tecnologica nei prossimi anni, ma che abbiano un impatto nel mondo industriale e in tutta la società. Il PNRR è destinato ad essere temporaneo: sarà esso sufficiente per alimentare in futuro una combustione autonoma, ossia un circolo virtuoso in cui la scienza genera nuove opportunità tecnologiche e innovazioni, che a loro volta creano le risorse per ri-finanziare lo sviluppo di nuove conoscenze?” Uno dei grandi vantaggi del sistema scientifico e tecnologico italiano è rappresentato dalla sua forte e crescente integrazione internazionale, che ha consentito di attivare collaborazioni tra gruppi di eccellenza, di acquisire competenze, di diffondere risultati. Nella relazione si parla anche di “fuga di cervelli”, considerandola, però, un’esperienza positiva. “Se ci sono cervelli in fuga, significa che ci sono altri Paesi disposti ad assorbirli, il che vuol dire che il nostro sistema accademico è in grado di generare talenti capaci ed appetibili anche per i nostri partner e concorrenti. Le nostre università e istituzioni di ricerca si dimostrano insomma capaci di esercitare la propria funzione formativa, anche se poi non ci sono state sufficienti opportunità per garantire sbocchi professionali a tutti”.
Qui si può leggere la relazione completa: file:///C:/Users/ACER/Downloads/Relazione_sulla_ricerca_e_innovazione_in_Italia_2023.pdf
Il CNR conta su un patrimonio di risorse umane di circa 8.500 persone, di cui oltre 5.559 impegnate nella ricerca e in attività di supporto della ricerca.
21 gennaio 2024