La “rivoluzionaria” strategia di mercato dell’azienda padovana Idrobase Group
Finora erano i cinesi a produrre ricambi a prezzo (e qualità) inferiori a quelli originali; ora dovranno difendersi da componenti con qualità “made in Italy” per macchine idropulitrici “made in China”: è questa la “rivoluzionaria” strategia di mercato, adottata da Idrobase Group, azienda leader nelle tecnologie dell’ “acqua in pressione”.
“Ci sono due indicatori di tendenza, che segnalano tempi di crisi: l’aumento nel consolatorio consumo di cioccolata e la riduzione delle spese nel settore del cleaning; oggi si stanno registrando entrambi”: ad affermarlo è Bruno Ferrarese, contitolare della “multinazionale tascabile”, con sede a Borgoricco, in provincia di Padova.
Infatti, nel 2024, il mercato mondiale dei macchinari per pulizie industriali sta registrando una riduzione pari all’8%; in questa difficile congiuntura spicca il +16% tendenziale nel fatturato 2024 dell’azienda veneta. Nel settore della ricambistica, l’obbiettivo ora è consolidarsi come primo fornitore mondiale, ampliando l’offerta anche ai pezzi sostitutivi per apparecchi cinesi.
“Bisogna essere realisti – prosegue Bruno Gazzignato, contitolare di Idrobase Group – E’ comprensibile che, nell’incertezza della congiuntura internazionale, ci si accontenti di prodotti a costo inferiore, così come la qualità; il mercato occidentale è, infatti, invaso da pompe ad alta pressione, made in China. Noi ne prendiamo atto e rilanciamo la sfida, ampliando la gamma dei componenti anche ai prodotti cinesi, garantendo la tradizionale qualità italiana e prezzi concorrenziali: grazie alla costante ricerca della maggiore efficienza produttiva, riusciamo a contenere i costi, assicurando una maggiore shell life e riducendo così la necessità di continue spese agli imprenditori.
“Scommettiamo sul futuro, perché la qualità made in Italy renda non conveniente anche sotto l’aspetto economico rivolgersi alle imitazioni. La superiorità del made in Italy è da sempre riconosciuta, ma adesso siamo competitivi anche sui prezzi – conclude Ferrarese – Non ci sono più alibi; il cliente in tutto il mondo può scegliere: accontentarsi della qualità cinese, migliorarla inserendo componenti italiani oppure, a quel punto, acquisire direttamente la qualità del made in Italy, magari la nostra. Insomma, come dice un vecchio slogan: provare per credere!”
1 ottobre 2024