Il Made in Italy agroalimentare, con l’intera filiera dei consumi, vale il 25% del Pil nazionale
«Con l’emergenza Covid, il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia»: lo dice Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti facendo riferimento ai dati relativi alla percentuale di ricchezza prodotta dall’agroalimentare rispetto alle altre componenti del PIL italiano.
L’Italia, sottolinea Coldiretti, è il primo produttore europeo di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.
Complessivamente la produzione agroalimentare tocca un valore pari al 25% del Pil con 538 miliardi di euro lungo l’intera filiera agroalimentare allargata dal campo alla tavola e ben 4 milioni di lavoratori impegnati in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Con l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riapertura delle attività di ristorazione cresce la domanda di Made in Italy a tavola in Italia e nel mondo con il fatturato alimentare che segna a giugno un balzo dell’11,1%.
È particolarmente forte la crescita dell’export che ha segnato un + 25% nel solo mese di giugno. Al primo posto tra i Paesi importatori di italian food si colloca la Germania che segna un incremento del + 6,8%; al secondo posto gli Stati Uniti che però registrano l’incremento maggiore della domanda con un balzo del +18,4%; bene la Francia che è sempre al terzo posto e che aumenta del +6,7%. Positivi i dati anche del mercato russo al +16,5% in quello russo e, soprattutto, di quello cinese con un +57,7%. Particolarmente confortante è anche la svolta registrata dal mercato interno con un ritorno alla crescita dei consumi familiari che si accompagna la ripresa dei pasti fuori casa per mangiare in ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi, pub o gelaterie.