Embargo Russia, nuovi dazi Usa, caos Brexit: troppe spade di Damocle per l’export agroalimentare
Sei anni fa, l’Unione Europea decise di adottare, come fatto dagli USA, una serie di sanzioni a danno della Federazione Russa per condannarne le violazioni in riferimento al conflitto in Ucraina. Come contromisura a tale presa di posizione dell’Ue, la Russia impose un embargo ai prodotti provenienti dall’Ue e di conseguenza a quelli del comparto agroalimentare italiano.
«Si tratta – dice il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – di un costo sempre più insostenibile per l’Italia e per le nostre esportazioni in un momento già drammatico a causa dell’emergenza coronavirus, ma anche delle guerre commerciali, tra i nuovi dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e le tensioni legate alla Brexit. Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti e difendere un settore strategico per il nostro Paese e tutta la Ue, danneggiato da dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo».
Con un comunicato, l’organizzazione agricola denuncia anche il ‘paradosso USA’ legato alla disputa sugli aiuti al settore aeronautico che hanno riguardato Boeing e Airbus e che potrebbe costare ad una nuova lista di prodotti agroalimentari un aumento dei dazi fino al 100% del loro valore.
“Paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. A guadagnarci è il ‘falso Made in Italy’ che copre sia in Russia sia negli USA le fette di mercato lasciate libere dalle restrizioni e limitazioni imposte ai prodotti italiani.
Ecco che i Paesi non coinvolti dagli embarghi e dai dazi come la Bielorussia e la Svizzera sono diventati la patria del nuovo falso Made in Italy agroalimentare. Ma anche Paesi come l’Argentina e il Brasile ne hanno approfittato per produrre e vendere prodotti che simulano quelli italiani”.