La politica McDonald’s valorizza il prodotto Made in Italy e lo esporta nei ristorati all’estero
L’84% dei fornitori per gli oltre 600 ristoranti sparsi in tutta la penisola con il marchio della catena di fast food più famosa al mondo, McDonald’s, è rappresentato da aziende con sede in Italia. I nomi sono quelli più famosi dell’industria agroalimentare: per la carne bovina, Inalca; Amadori per il pollo, Bonduelle e SAB per l’insalata, Cupiello per le brioche, Ottolina per il caffè.
E poi c’è l’attenzione, non solo nelle campagne pubblicitarie rivolte al milione di clienti al giorno che mangiano da McDonald’s, per le eccellenze agroalimentari nazionali: 2.500 tonnellate di prodotti Dop o Igp, dall’Aceto Balsamico di Modena Igp all’Asiago Dop, dalla Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp al Pecorino Toscano Dop. Complessivamente, il ‘carrello della spesa’ di McDonald’s Italia pesa 94 mila tonnellate ogni anno.
Un rapporto che va oltre gli stretti confini commerciali e che diventa in molti casi una vera e propria collaborazione come è accaduto tra McDonald’s Italia con Coldiretti, Inalca e Aia (Associazione italiana allevatori), per sviluppare un percorso di sostenibilità all’interno della filiera della carne bovina proveniente da allevamenti italiani.
L’obiettivo è soddisfare determinati standard di produzione, fra cui rispettare gli impegni ambientali stabiliti dalla normativa comunitaria, ricevere formazione sulle pratiche di sostenibilità e di benessere animale, ottenere un voto positivo negli indicatori di benessere animale monitorati dall’Aai; garantire trasparenza e tracciabilità e rispettare le norme di sicurezza.
Mario Federico
amministratore delegato
McDonald’s Italia
Il dialogo con i nostri partner del comparto agroalimentare non si chiude al momento della firma del contratto, ma evolve e con il passare del tempo arriviamo spesso alla creazione di collaborazioni durature che portano allo sviluppo di nuovi prodotti per affrontare insieme le nuove sfide dei mercati.
Sostegno della filiera italiana significa per noi non solo utilizzare e promuovere prodotti Made in Italy, ma anche implementare buone pratiche che danno valore alla filiera stessa.
È il caso dell’accordo intrapreso per la carne bovina: il progetto, che abbiamo sviluppato nel 2018 con una durata iniziale di tre anni, ha previsto una fase pilota con l’individuazione e il coinvolgimento di 400 aziende situate in 12 province italiane, mentre la prossima sarà di espandere questo numero fino a 4mila entro il 2021 e di potenziare ulteriormente il percorso di sostenibilità».