È una delle poche fiere internazionali dedicate esclusivamente alla moda junior rimaste in vita nel mondo: Firenze apre l’89esima edizione di Pitti Bimbo ben sapendo che questa sezione del mercato vive una condizione particolarmente difficile sul mercato interno e punta tutto quindi sulle esportazioni. Nel 2018, le vendite di abiti per bambini e ragazzi in Italia sono ancora diminuite, infatti, del -1,9%, mentre all’estero le aziende tricolori di moda junior hanno fatto registrare un +8,5% arrivando a sfiorare il miliardi e 200 milioni.
Firenze reagisce allargando la partecipazione degli espositori con oltre 600 marchi presenti, di cui 400 stranieri. La preoccupazione è data però dai numeri dell’export in questi primi mesi del 2019: se infatti alla fin fine il bilancio dell’anno scorso si è chiuso con un fatturato dell’industria italiana vicino ai 3 miliardi, ed un aumento quindi del +4,2% secondo le stime di Confindustria Moda, l’export all’inizio di quest’anno ha rallentato e le prospettive stimate non sono affatto confortanti.
La situazione del mercato è preoccupante in Italia, ma anche dall’estero arrivano segnali negativi
In Italia non ci sono segnali di ripresa e, anzi, la moda junior è ancora alle prese con la riorganizzazione dei canali distributivi: ormai quasi il 50% delle vendite domestiche passa dalle catene, il 30% dalla grande distribuzione organizzata, e solo l’11% dal dettaglio indipendente con una contrazione del -5,5%. Neppure l’online (che vale il 3,8% delle vendite) cresce, a differenza di altri settori, e anzi l’anno scorso ha segnato -5,3%.
Pitti Bimbo allora prova a dare una scossa guardano più al futuro e propone in questo 2019 “The kid’s lab”, una sorta di laboratorio per mettere in mostra la ricerca, la creatività e l’innovazione nella moda junior. Un ‘pianeta della ricerca’ che comprende anche spazi per mostre, progetti editoriali, eventi.