Torna anche quest’anno, nell’ultima settimana di aprile, la “Fashion Revolution Week”, la campagna internazionale che invita tutti a chiedersi: “Chi ha fatto i miei vestiti?”. Un impegno etico che ricorda la tragedia del 2013 a Dhaka, in Bangladesh, quando il crollo del polo produttivo tessile di Rana Plaza provocò la morte di 1133 operai.Tutti possono aderire alla campagna e contribuire insieme a generare un cambiamento positivo nell’industria delle moda e nei suoi modelli di consumo. Basta indossare gli abiti al contrario, con l’etichetta bene in vista, fotografarsi e condividere le foto attraverso i social media con l’hashtag #WhoMadeMyClothes.
Per l’Italia, testimonial di questa campagna internazionale sono quest’anno le attrici Amanda Sandrelli e Stefania Rocca, la scrittrice Chiara Gamberale, la chef Cristina Bowerman, la conduttrice televisiva Eleonora Daniele, il musicista e conduttore radiotelevisivo Alex Braga. A coordinare le molte iniziative la stilista Marina Spadafora e sostenuta da Altromercato e da Actionaid.
La campagna internazionale trova anche in Italia soggetti virtuosi della moda etica
Cuore della “Fashion Revolution Week”, Milano: giovedì 27 aprile, nello spazio NonostanteMarras, concept store del designer e artista Antonio Marras, Lella Costa in un inedito monologo propone una riflessione sul ruolo dell’industria della moda nella rete economico-sociale globale.
Tra i soggetti che saranno protagonisti di iniziative in questa settimana, realtà virtuose nel campo della moda etica e dell’innovazione, impegnate con modi e mezzi diversi a catalizzare cambiamento nell’industria: Auteurs du Monde, la linea di Moda Etica di Altromercato, Cangiari, Lablaco, Le Club Eco, Teeshare e Wråd.